We Love God!

God: "I looked for someone to take a stand for me, and stand in the gap" (Ezekiel 22:30)

Delays be dangerous, our hearts will cool, and our affections will fall down… Satan hath little hope to prevail unless he can persuade us to omit our duties when the clock strikes, and therefore his skill is to urge us to put off till another time as fitter or better. Do it anon, next hour, next day, next week (saith he); and why not next year (Richard Capel)?
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Yes, we have a responsibility to vote! “When the righteous increase, the people rejoice, but when a wicked man rules, people groan” (Prov. 29:2). Because we do live in a republic where our voice counts (“We the people”), we need to know what is most important according to God’s will and determine the politician that best will uphold it.  It’s impossible to say that religion and politics do not mix. Being “salt and light” does not exempt us from the political world. We should influence it. When Christians choose not to vote we open a vacuum to unrighteous legislation that now provides a greater opportunity for evil to thrive and be imposed on the will of the people, including ourselves and future generations. In the Bible, Joseph and Daniel heavily influenced governing leaders and it greatly benefitted God’s people. Likewise, we are called in Galatians 6:10 to “do good to all people.” Why would we want men and women in the office that will introduce and perpetuate unrighteousness in our society? With the blood-bought freedoms we enjoy as a country, thanks to our military heroes, we cannot sit back and refuse to exercise our rights only to further individuals in the office that will not submit to Divine Law or the Constitution.
Randy Smith

FREE Online Italian Bible. Atti Chapter 26:1-32.

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Atti 26

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ATTI 26:1 Agrippa disse a Paolo: «Ti è concesso di parlare a tua difesa». Allora Paolo, stesa la mano, si difese così:

ATTI 26:2 «Mi considero fortunato, o re Agrippa, di potermi discolpare da tutte le accuse di cui sono incriminato dai Giudei, oggi qui davanti a te,

ATTI 26:3 che conosci a perfezione tutte le usanze e questioni riguardanti i Giudei. Perciò ti prego di ascoltarmi con pazienza.

ATTI 26:4 La mia vita fin dalla mia giovinezza, vissuta tra il mio popolo e a Gerusalemme, la conoscono tutti i Giudei;

ATTI 26:5 essi sanno pure da tempo, se vogliono renderne testimonianza, che, come fariseo, sono vissuto nella setta più rigida della nostra religione.

ATTI 26:6 Ed ora mi trovo sotto processo a causa della speranza nella promessa fatta da Dio ai nostri padri,

ATTI 26:7 e che le nostre dodici tribù sperano di vedere compiuta, servendo Dio notte e giorno con perseveranza. Di questa speranza, o re, sono ora incolpato dai Giudei!

ATTI 26:8 Perché è considerato inconcepibile fra di voi che Dio risusciti i morti?

ATTI 26:9 Anch’io credevo un tempo mio dovere di lavorare attivamente contro il nome di Gesù il Nazareno,

ATTI 26:10 come in realtà feci a Gerusalemme; molti dei fedeli li rinchiusi in prigione con l’autorizzazione avuta dai sommi sacerdoti e, quando venivano condannati a morte, anch’io ho votato contro di loro.

ATTI 26:11 In tutte le sinagoghe cercavo di costringerli con le torture a bestemmiare e, infuriando all’eccesso contro di loro, davo loro la caccia fin nelle città straniere.

ATTI 26:12 In tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con autorizzazione e pieni poteri da parte dei sommi sacerdoti, verso mezzogiorno

ATTI 26:13 vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio.

ATTI 26:14 Tutti cademmo a terra e io udii dal cielo una voce che mi diceva in ebraico: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Duro è per te ricalcitrare contro il pungolo.

ATTI 26:15 E io dissi: Chi sei, o Signore? E il Signore rispose: Io sono Gesù, che tu perseguiti.

ATTI 26:16 Su, alzati e rimettiti in piedi; ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di quelle per cui ti apparirò ancora.

ATTI 26:17 Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani, ai quali ti mando

ATTI 26:18 ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l’eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me.

ATTI 26:19 Pertanto, o re Agrippa, io non ho disobbedito alla visione celeste;

ATTI 26:20 ma prima a quelli di Damasco, poi a quelli di Gerusalemme e in tutta la regione della Giudea e infine ai pagani, predicavo di convertirsi e di rivolgersi a Dio, comportandosi in maniera degna della conversione.

ATTI 26:21 Per queste cose i Giudei mi assalirono nel tempio e tentarono di uccidermi.

ATTI 26:22 Ma l’aiuto di Dio mi ha assistito fino a questo giorno, e posso ancora rendere testimonianza agli umili e ai grandi. Null’altro io affermo se non quello che i profeti e Mosè dichiararono che doveva accadere,

ATTI 26:23 che cioè il Cristo sarebbe morto, e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunziato la luce al popolo e ai pagani».

ATTI 26:24 Mentr’egli parlava così in sua difesa, Festo a gran voce disse: «Sei pazzo, Paolo; la troppa scienza ti ha dato al cervello!».

ATTI 26:25 E Paolo: «Non sono pazzo, disse, eccellentissimo Festo, ma sto dicendo parole vere e sagge.

ATTI 26:26 Il re è al corrente di queste cose e davanti a lui parlo con franchezza. Penso che niente di questo gli sia sconosciuto, poiché non sono fatti accaduti in segreto.

ATTI 26:27 Credi, o re Agrippa, nei profeti? So che ci credi».

ATTI 26:28 E Agrippa a Paolo: «Per poco non mi convinci a farmi cristiano!».

ATTI 26:29 E Paolo: «Per poco o per molto, io vorrei supplicare Dio che non soltanto tu, ma quanti oggi mi ascoltano diventassero così come sono io, eccetto queste catene!».

ATTI 26:30 Si alzò allora il re e con lui il governatore, Berenìce, e quelli che avevano preso parte alla seduta

ATTI 26:31 e avviandosi conversavano insieme e dicevano: «Quest’uomo non ha fatto nulla che meriti la morte o le catene».

ATTI 26:32 E Agrippa disse a Festo: «Costui poteva essere rimesso in libertà, se non si fosse appellato a Cesare».