We Love God!

God: "I looked for someone to take a stand for me, and stand in the gap" (Ezekiel 22:30)

I have this day solemnly renewed my baptismal covenant and self-dedication, which I renewed when I was received into the communion of the church. I have been before God; and have given myself, all that I am and have to God, so that I am not in any respect my own: I can challenge no right in myself, I can challenge no right in this understanding, this will, these affections that are in me; neither have I any right to this body, or any of its members: no right to this tongue, these hands, nor feet: no right to these senses, these eyes, these ears, this smell or taste. I have given myself clear away, and have not retained anything as my own. I have been to God this morning, and told Him that I gave myself wholly to Him. I have given every power to Him; so that for the future I will challenge no right in myself, in any respect.
Jonathan Edwards

Behold the beauty of God’s design for man, woman, and marriage. Two dignified people, both molded in the image of their Maker. Two diverse people uniquely designed to complement each other. A male and a female fashioned by God to form one flesh, a physical bond between two bodies where the deepest point of union is found at the greatest point of difference. A matrimony marked by unity and diversity, equality with variety, and personal sanctification through shared consummation.
David Platt

FREE Online Italian Bible. Atti Chapter 27:1-44.

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Atti 27

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ATTI 27:1 Quando fu deciso che ci imbarcassimo per l’Italia, consegnarono Paolo, insieme ad alcuni altri prigionieri, a un centurione di nome Giulio della coorte Augusta.

ATTI 27:2 Salimmo su una nave di Adramitto, che stava per partire verso i porti della provincia d’Asia e salpammo, avendo con noi Aristarco, un Macèdone di Tessalonica.

ATTI 27:3 Il giorno dopo facemmo scalo a Sidone e Giulio, con gesto cortese verso Paolo, gli permise di recarsi dagli amici e di riceverne le cure.

ATTI 27:4 Salpati di là, navigammo al riparo di Cipro a motivo dei venti contrari

ATTI 27:5 e, attraversato il mare della Cilicia e della Panfilia, giungemmo a Mira di Licia.

ATTI 27:6 Qui il centurione trovò una nave di Alessandria in partenza per l’Italia e ci fece salire a bordo.

ATTI 27:7 Navigammo lentamente parecchi giorni, giungendo a fatica all’altezza di Cnido. Poi, siccome il vento non ci permetteva di approdare, prendemmo a navigare al riparo di Creta, dalle parti di Salmone,

ATTI 27:8 e costeggiandola a fatica giungemmo in una località chiamata Buoni Porti, vicino alla quale era la città di Lasèa.

ATTI 27:9 Essendo trascorso molto tempo ed essendo ormai pericolosa la navigazione poiché era gia passata la festa dell’Espiazione, Paolo li ammoniva dicendo:

ATTI 27:10 «Vedo, o uomini, che la navigazione comincia a essere di gran rischio e di molto danno non solo per il carico e per la nave, ma anche per le nostre vite».

ATTI 27:11 Il centurione però dava più ascolto al pilota e al capitano della nave che alle parole di Paolo.

ATTI 27:12 E poiché quel porto era poco adatto a trascorrervi l’inverno, i più furono del parere di salpare di là nella speranza di andare a svernare a Fenice, un porto di Creta esposto a libeccio e a maestrale.

ATTI 27:13 Appena cominciò a soffiare un leggero scirocco, convinti di potere ormai realizzare il progetto, levarono le ancore e costeggiavano da vicino Creta.

ATTI 27:14 Ma dopo non molto tempo si scatenò contro l’isola un vento d’uragano, detto allora «Euroaquilone».

ATTI 27:15 La nave fu travolta nel turbine e, non potendo più resistere al vento, abbandonati in sua balìa, andavamo alla deriva.

ATTI 27:16 Mentre passavamo sotto un isolotto chiamato Càudas, a fatica riuscimmo a padroneggiare la scialuppa;

ATTI 27:17 la tirarono a bordo e adoperarono gli attrezzi per fasciare di gòmene la nave. Quindi, per timore di finire incagliati nelle Sirti, calarono il galleggiante e si andava così alla deriva.

ATTI 27:18 Sbattuti violentemente dalla tempesta, il giorno seguente cominciarono a gettare a mare il carico;

ATTI 27:19 il terzo giorno con le proprie mani buttarono via l’attrezzatura della nave.

ATTI 27:20 Da vari giorni non comparivano più né sole, né stelle e la violenta tempesta continuava a infuriare, per cui ogni speranza di salvarci sembrava ormai perduta.

ATTI 27:21 Da molto tempo non si mangiava, quando Paolo, alzatosi in mezzo a loro, disse: «Sarebbe stato bene, o uomini, dar retta a me e non salpare da Creta; avreste evitato questo pericolo e questo danno.

ATTI 27:22 Tuttavia ora vi esorto a non perdervi di coraggio, perché non ci sarà alcuna perdita di vite in mezzo a voi, ma solo della nave.

ATTI 27:23 Mi è apparso infatti questa notte un angelo del Dio al quale appartengo e che servo,

ATTI 27:24 dicendomi: Non temere, Paolo; tu devi comparire davanti a Cesare ed ecco, Dio ti ha fatto grazia di tutti i tuoi compagni di navigazione.

ATTI 27:25 Perciò non perdetevi di coraggio, uomini; ho fiducia in Dio che avverrà come mi è stato annunziato.

ATTI 27:26 Ma è inevitabile che andiamo a finire su qualche isola».

ATTI 27:27 Come giunse la quattordicesima notte da quando andavamo alla deriva nell’Adriatico, verso mezzanotte i marinai ebbero l’impressione che una qualche terra si avvicinava.

ATTI 27:28 Gettato lo scandaglio, trovarono venti braccia; dopo un breve intervallo, scandagliando di nuovo, trovarono quindici braccia.

ATTI 27:29 Nel timore di finire contro gli scogli, gettarono da poppa quattro ancore, aspettando con ansia che spuntasse il giorno.

ATTI 27:30 Ma poiché i marinai cercavano di fuggire dalla nave e gia stavano calando la scialuppa in mare, col pretesto di gettare le ancore da prora, Paolo disse al centurione e ai soldati:

ATTI 27:31 «Se costoro non rimangono sulla nave, voi non potrete mettervi in salvo».

ATTI 27:32 Allora i soldati recisero le gòmene della scialuppa e la lasciarono cadere in mare.

ATTI 27:33 Finché non spuntò il giorno, Paolo esortava tutti a prendere cibo: «Oggi è il quattordicesimo giorno che passate digiuni nell’attesa, senza prender nulla.

ATTI 27:34 Per questo vi esorto a prender cibo; è necessario per la vostra salvezza. Neanche un capello del vostro capo andrà perduto».

ATTI 27:35 Ciò detto, prese il pane, rese grazie a Dio davanti a tutti, lo spezzò e cominciò a mangiare.

ATTI 27:36 Tutti si sentirono rianimati, e anch’essi presero cibo.

ATTI 27:37 Eravamo complessivamente sulla nave duecentosettantasei persone.

ATTI 27:38 Quando si furono rifocillati, alleggerirono la nave, gettando il frumento in mare.

ATTI 27:39 Fattosi giorno non riuscivano a riconoscere quella terra, ma notarono un’insenatura con spiaggia e decisero, se possibile, di spingere la nave verso di essa.

ATTI 27:40 Levarono le ancore e le lasciarono andare in mare; al tempo stesso allentarono i legami dei timoni e spiegata al vento la vela maestra, mossero verso la spiaggia.

ATTI 27:41 Ma incapparono in una secca e la nave vi si incagliò; mentre la prua arenata rimaneva immobile, la poppa minacciava di sfasciarsi sotto la violenza delle onde.

ATTI 27:42 I soldati pensarono allora di uccidere i prigionieri, perché nessuno sfuggisse gettandosi a nuoto,

ATTI 27:43 ma il centurione, volendo salvare Paolo, impedì loro di attuare questo progetto; diede ordine che si gettassero per primi quelli che sapevano nuotare e raggiunsero la terra;

ATTI 27:44 poi gli altri, chi su tavole, chi su altri rottami della nave. E così tutti poterono mettersi in salvo a terra.